Marco Migliorini
MARCO MIGLIORINI (M2) - Biografia Avevo 4 anni ed attaccando il filo dell'antenna della radio di casa al triciclo la trascinai per alcuni metri, isolando la mia famiglia dal resto del mondo per alcuni giorni. A parte qualche scapaccione che inevitabilmente volò sulle mie terga, il dramma si risolse con qualche valvola sostituita e tutto tornò alla normalità, ma da allora il mio destino rimase indissolubilmente legato alla musica, agli strumenti musicali ed alla radio per un lungo periodo. Essendo figlio di un organaro (costruttore di organi meccanici), e nipote di un "discreto" mandolinista: mio nonno Giuseppe, la musica giaceva nel mio DNA, serpeggiante tra le spirali, in attesa di essere portata in primo piano. Nei primissimi anni di vita (dai 6 ai 10) vivevo a Soresina ed ero, in pianta stabile, accasato dai miei nonni materni che in quel periodo gestivano una latteria gelateria bar e molto altro in Via XX Settembre, di fronte all'Albergo della Fenice (chissà se qualcuno se lo ricorda), e un folto gruppo di giovinastri si radunava intorno ad un giradischi per scatenarsi nei balli più sfrenati, a parte qualche lento da mattonella. Chi era il DJ? Ma io naturalmente, armato di vestitino ultra kitch mi divertivo a cambiare i 45 giri nei pomeriggi di sabato e domenica. Furono necessari alcuni anni di "gavetta" tra batterie e chitarre giocattolo per approdare ad esperienze underground in quei mitici (a ragion veduta) anni Settanta, periodo in cui mi cimentai con un arcaico basso Eko, sottratto alla disattenzione del curato che soprintendeva alla vita spensierata di oratorio, in quella industriosa Soresina che all'epoca si proponeva effervescente e ricca (altri tempi). I miei compagni d'avventura erano: Alberto Lacchini ed indovinate un po' chi era il terzo del trio ... il comm. Lorenzo Rossetti. Restavamo ore a casa di Alberto cercando di imitare le prime sonorità psichedeliche, con improvvisati sintetizzatori e le immancabili connessioni provvisorie di Lorenzo, fatte per non perdere tempo, con poca cura e tanto nastro adesivo. L'avventura proseguì facendosi seria con la formazione di un gruppo ormai storico per i soresinesi dei nostri anni: La Generator Band, che aveva il nocciolo duro in Angelo (Resmini) voce solista, Lorenzo alle percussioni (anche se il comm. suonava di tutto), Massimo (Ottini) alla chitarra solista ed io al basso elettrico. Nella formazione si alternarono Domenico Ferrari, Claudio Morosini, Davide Perella (che fu comunque stabilmente presente) alla chitarra d'accompagnamento. Dal 1974 circa, a tutt'oggi, la Band in realtà non si è mai sciolta, anche se è rimasta inattiva per lunghi periodi. A parte il nostro amore viscerale per Pino Daniele, un must resta l'esecuzione del brano "Il rock di capitan Uncino" di Edoardo Bennato, brano con il quale riuscimmo ad ottenere inaspettati successi. Unico pezzo del gruppo, scritto da Lorenzo e musicato insieme, fu il motivo dall'inquietante titolo abbatantuonesco: "Animale" (va pronunciato urlando). In quegli anni, tra il 1974 ed il 1975, approdai nella città di Crema avvicinandomi ai personaggi che pioneristicamente avevano attivato emittenti pirata e trasmettevano con un discreto successo di pubblico: la prima era Radio Crema International (di Ben Ur Zimut) nella quale conducevo un programma dediche ed in seguito, per amicizia con alcuni dj noti all'epoca solo nel contesto cremasco, mi spostai nella più "quotata" Radio Crema Centrale (di Beppe Diana) nata come Radio Crema City e iniziai ad affinare le tecniche radiofoniche, grazie all'esperienza dei colleghi più adulti (io avevo 15 anni). Si svolse tutto in un lustro, infatti tra il 1975 ed il 1980 passai dopo le due radio di Crema a Radio Comprensorio 26 Lombardia ed il seguito è noto nelle pagine della storia della Radio . Giusto per completezza, grazie ad una buona capacità di coinvolgimento che mi fu attribuita, non ho mai saputo da chi, mi ritrovai a fare il dj anche al Lord Club a Quinzano d'Oglio (quando era solo discoteca), ed ebbi l'occasione per potermi esibire anche alle Cupole (in un paio di occasioni e grazie all'amicizia con il direttore). All'epoca frequentai, come tutti i soresinesi e non, il mitico "Gatto Verde" ma i miei ricordi sono perlopiù legati al "Diedron", discoteca in cui mi trovai ad intervistare, per conto di RCL26, Francesco Di Giacomo, pazzesca voce solista ed originalissimo cantante del BMS Banco del Mutuo Soccorso. I ricordi da descrivere sarebbero molti e di molteplice natura e perciò mi ripropongo di ampliare il profilo biografico nella mia pagina FB, concludo la mia storia artistica ricordando che i miei anni '70 finirono con la "naja". Il servizio militare, già rimandato per motivi di studio, inesorabilmente chiuse la mia "carriera" di dj. Vi saluto con il mio solito ma sempre semplice ciao da M2 (Era una frase ricorrente che usavo in chiusura dei programmi ad RCL26) M2 Marco Migliorini
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